Giorni in cui il buio dominava la luce,
l'affanno di una giovinezza a rincorrere ideali
e un corpo stanco nel camminare.
Come ronin solitario
sedevo all'ombra delle foglie di un ciliegio spoglio.
La spada spezzata, deposta con rassegnazione.
Le gambe piegate dal peso d'un freddo inverno
senza un Signore da servire ed onorare.
La paura afferrava il cuore,
La paura afferrava il cuore,
scariche elettriche scuotevano i nervi,
sudore freddo come una cascata scorreva sulla schiena,
gli occhi impauriti
e l'animo inquieto.
Seduto, aspettavo fosse primavera.
A Mauro,
immagini ed emozioni del passato
che ci accomunano
M.L.
M.L.
Ottobre 2011